1966 Fiat Abarth OT 1300
Lot 235 | The Concorso d'Eleganza Villa d'Este Auction 2025 Sunday, 25 May 2025
Chassis No. 0047
It's often said that the best road-going sports cars are homologated counterparts to a race-only version. Yet, where does that leave those road legal race cars built in small batches before the road car homologation era began? Perhaps it is the sweetest spot of all! The Fiat Abarth OT 1300 needs no introduction as the embodiment of a GT racer that combines a high-revving small displacement engine, lightweight construction, and inherent agility. The classic motorsport road races in Italy (think the Targa Florio) lend themselves to cars like this, and the Abarth OT 1300 was no exception, earning a “giant killer” reputation and regularly capturing class victories. To combat excessive cockpit heat from racing, a roof-mounted "periscope" air intake became a distinctive feature, earning it the nickname “Periscopio.”
According to Pubblico Registro Automobilistico (PRA) documentation, this 1966 Fiat Abarth OT 1300, chassis number 0047, was first registered to Fiorenzo Genta—a racing driver from Turin—on 8 September 1966. Under Genta's ownership, which lasted until 1971, the car was entered in three consecutive Targa Florio races, always wearing “TO829442” number plates. The 1967 Targa was a classic “first time lucky,” resulting in a GT 1.3 first in class victory for the pairing of Guido Garufi and Giuseppe Ferlito as start number 98 in light yellow completing nine laps of the 72 kilometer circuit. The 1300 OT returned to the Targa the next year as start number 106—again in light yellow, but this time with a central dark blue stripe. Scuderia Etna entered the car for Giuseppe Virgilio and Salvatore Panepinto; they ran six laps and even though they retired, the car was still classified having run the minimum distance. The Abarth would return to the island of Sicily for one final run in the 53rd Targa Florio now numbered 128 and painted light blue with white flashes including its new periscope. The car was once again entered by Scuderia Etna in 1969 and this time Virgilio was joined by Angelo Bonaccorsi with the Italian duo completing another successful race banking eight laps and finishing 2nd in the GT 1.3-liter class. Remarkably, after 56 years, chassis number 0047 continues to wear its Automobile Club Palermo 53rd Targa Florio technical inspection decal! It should be noted that chassis 0047 was classified as a finisher at each of its three Targa Florios—a streak of luck and good driving many of its competitors cannot boast.
In March 1971, Genta parted ways with his highly successful Targa Florio Abarth, selling to Paolo Vitale, also of Torino. A short time later, the car was acquired by Bucci Renzo and then, quickly thereafter, by Vincenzo Osella. The Osella name should be a familiar one for fans of the scorpion brand. That year, Fiat acquired Abarth, yet they held little interest in the Reparto Corse race department which was then taken over by Osella. Its next owner, a French doctor and rally racer Jean-François Thaon, acquired the car from Osella; yet the registrations remained in Imperia, Italy, a town an hour's drive from the French border under the name “Teresa Pino.” Thaon extended the race career of 0047 by entering it in multiple rallies in 1972. By 1978, Thaon sold the car to Dominique Bouvier of Cormicy France. Invoices on file record that Bouvier had work done to the car under his ownership; however, by the time it was acquired in 1983 by Guido Bartolomeo of Lorrez-le-Bocage-Préaux, it was noted to be disassembled yet still complete.
After five years of Bartolomeo ownership, the car returned to Italy, where it was acquired by the consignor on a hand-written sales contract that included a Ferrari Dino Type 246 GT and a Fiat Topolino 500 in trade. Of note, after acquisition, the father of the consignor sent the car to Piero Falorni a well-known Abarth racer and specialist to rebuild the engine. As evidenced by its current “barnfind” condition—after the Abarth was acquired and repatriated to Italy—it was simply stored inside and left to “sleep” for the next 37 years! This artifact of the golden years of the Targa Florio, Group 4 racing, and Fiat Abarth as a constructor will no doubt require recommissioning; yet the opportunity to return it to the road in one of three attractive Targa liveries—one of them a class winner—should prove an irresistible and intriguing restoration project for its next caretaker.
Telaio n. 0047
Spesso le migliori auto sportive stradali sono la controparte omologata di una versione da corsa che ha fatto sognare gli appassionati ma, esistono anche piccole serie di vetture nate espressamente per le competizioni e nel contempo anche omologate per l’uso su pubblica strada. Per certi versi, queste sono le migliori. La Fiat Abarth OT 1300 non ha certo bisogno di presentazioni, in quanto incarna alla perfezione l’ideale di GT da corsa, combinando abilmente un motore di piccola cilindrata capace di girare ad alti regimi, un telaio leggero e un'agilità esemplare. Le classiche gare su strada in Italia (si pensi alla Targa Florio) sono il suo terreno prediletto, tanto che l'Abarth OT 1300 si è guadagnata la reputazione di “ammazza giganti” in virtù delle numerose vittorie di classe conquistate al cospetto di avversarie ben più potenti. Per combattere l'eccessivo calore nell'abitacolo durante le corse, poi, c’è la caratteristica presa d'aria montata sul tetto, diventata la peculiarità distintiva dell’auto fino a farle guadagnare il soprannome di “Periscopio”.
Secondo la documentazione del Pubblico Registro Automobilistico (PRA), questa Fiat Abarth OT 1300 del 1966, numero di telaio 0047, risulta intestata da nuova a Fiorenzo Genta, pilota torinese, prima immatricolazione in data 8 settembre 1966. Sotto la proprietà di Genta, che dura fino al 1971, l'auto partecipa a tre edizioni consecutive della Cursa siciliana, sempre con la targa “TO 829442”. L’edizione del 1967 è un classico “buona la prima”: si conclude con la vittoria nella classe GT 1.3 per la coppia Guido Garufi e Giuseppe Ferlito — numero di partenza 98, vettura con livrea color giallo chiaro — che completa ben nove giri del circuito da 72 chilometri. La 1300 OT torna alla Targa Florio l'anno successivo con il numero di partenza 106, sempre in giallo chiaro, ma questa volta con una striscia centrale blu scuro. Schiera l’auto la Scuderia Etna, in abitacolo ci sono
Giuseppe Virgilio e Salvatore Panepinto; percorrono sei giri e, nonostante il ritiro, risultano comunque classificati avendo percorso la distanza minima. L'Abarth torna in Sicilia per un'ultima corsa nella 53esima edizione della Targa, questa volta con il numero 128 e una livrea azzurra e inserti bianchi, periscopio compreso. La vetture viene iscritta nuovamente dalla Scuderia Etna nel 1969 e questa volta Virgilio è affiancato da Angelo Bonaccorsi: il duo completa un'altra gara entusiasmante, percorrendo otto giri e finendo al secondo posto nella classe GT 1.3 litri. Sorprendentemente, 56 anni dopo, la vettura reca ancora lo sticker dell’ispezione tecnica della Targa Florio 1968 apposto dai commissari dell'Automobile Club di Palermo. Va notato, inoltre, che è stata classificata come finalista in ciascuna delle tre edizioni della Targa cui ha preso parte: un risultato che raccoglie sia talento sia fortuna e che molte sue competitor non possono certo vantare.
Nel marzo 1971, Genta si separa dalla sua velocissima Abarth vendendola a Paolo Vitale, anche lui di Torino. Poco tempo dopo, l'auto viene acquistata da Renzo Bucci e o poi da Vincenzo Osella. Il nome Osella risulterà familiare a tutti gli appassionati dello Scorpione. Quell'anno, infatti, Fiat acquisisce il marchio Abarth, ma avendo poco interesse per il suo reparto corse, questo viene rilevato proprio da Osella. Il proprietario successivo, il medico e pilota di rally francese, Jean-François Thaon, compra l'auto da Osella; tuttavia, come si evince dai documenti, la “Periscopio” resta a Imperia, a un'ora di macchina dal confine francese, intestata a una certa Teresa Pino. Thaon prolunga la carriera agonistica della 0047 iscrivendola a diversi rally nella stagione 1972; nel 1978, Thaon la vende a Dominique Bouvier di Cormicy, in Francia. Le fatture in archivio riportano che Bouvier ha fatto eseguire parecchi lavori sulla vettura mentre ne è proprietario; tuttavia, quando viene acquistata nel 1983 da Guido Bartolomeo di Lorrez-le-Bocage-Préaux, si nota che questa era totalmente disassemblata — mantenendo comunque intatta la sua originalità.
Dopo cinque anni nel garage di Bartolomeo, l'auto torna in Italia, acquistata dall’attuate proprietario con un contratto di vendita scritto a mano: include, in permuta, una Ferrari Dino 246 GT e una Fiat 500 “Topolino”. Da sottolineare che, dopo l'acquisto, il padre del proprietario ha affidato la vettura a Piero Falorni, noto pilota Abarth e specialista nella ricostruzione di motori. Un importante ritrovamento (avvenuto dopo il rimpatrio su suolo italiano), interni ben conservati, degni di una vettura da corsa che ha “riposato” per ben 37 anni. Testimonianza degli anni d'oro della Targa Florio, delle corse del Gruppo 4 e del periodo della Fiat-Abarth, richiederà senza dubbio una rimessa in servizio; tuttavia, l'opportunità di riportarla in strada, magari con una delle tre livree che la videro protagonista alla Targa — una delle quali anche vincitrice di categoria — costituisce l’obiettivo di un progetto di restauro tanto irresistibile quanto intrigante.